La Memoria delle Cavallette
La Lettera di Firenze dalla Russia
Cara madre,
Forse questa sarà la mia ultima lettera, la lettera che non avrei dovuto mai scriverti.
Madre, ti immagino china lì davanti al fuoco ad aspettare un figlio
Il più grande o il più piccino,
Se ti dicessi che sto bene e che qui non c'è problema alcuno mentirei, madre cara
Ma non ti voglio rattristare perché laggiù dove
Siete voi miei cari non c'è di certo questo inferno
Sarebbe facile madre dire io sto bene, non ti preoccupare di me, ma non è vero.
Non vedo via d'uscita, siamo quasi tutti congelati
I piedi non me li sento più, non mi sento più le gambe, ma l'anima mia è alta
E s'alza sempre più su tutte le brutture e vola là da voi, quanto pagherei madre per abbracciarti un'ultima volta e con te Ave e i miei fratelli disgraziati.
Vi penso ogni momento e con voi sarò fino alla fine.
Me ne vado madre con la coscienza di aver sempre fatto del mio meglio, mi rammarico soltanto che a soffrire di più sarai tu, Impotente, incapace di vedere e di capire il destino mio e dei tuoi cari figli
Perdona come perdono io.
Sono in comunione con te
Dammi il tuo pane,
Dividi con me quest'ultimo saluto.
Rimani in pace
Mio Dio come ultimo dono regalale la pace.
Estratto da "La Memoria delle Cavallette" di Firenza Guidi.
Presentato per la prima volta a Massarella, Fucecchio (Fi)
Piazza Sette Martiri
sabato 21 agosto 2004
foto F. Guidi