DS_L'Elfo della Rosa

DS_L'ELFO DELLA ROSA è una ricerca appassionante sul linguaggio del corpo e del monociclo per creare una drammaturgia ricca e poliedrica e rivolta a diverse fasce di spettatori, da adulti, a giovani, a minori di diverse abilità. Il monociclo è spesso visto come oggetto di un'abilità comica o comunque legata al clown del circo e del teatro di strada. Il potenziale del linguaggio del monociclo in quanto forte vettore fisico ed emotivo, non è ancora stata esplorata. In questa seconda fase di lavoro, rivolto in particolare ai giovanissimi, la ricerca si ispira liberamente alla fiaba di H.C. Andersen L'Elfo della Rosa, utilizzandola come fonte d'ispirazione.

La fiaba racconta di un piccolissimo elfo che vive felice in una splendida rosa. Una notte si attarda in giardino e rimane chiuso fuori dal suo fiore. In cerca di un altro posto dove passare la notte, decide di stabilirsi all'interno della rosa che una ragazza aveva regalato al suo amato, in partenza per un lungo viaggio. In questo modo assiste, come unico testiamone, all'uccisione del ragazzo da parte dal fratello di questa, che vuole impedire la loro unione. Da questo momento in poi, l'elfo non vive che per poter far conoscere la verità, e con l'aiuto di fiori e api riesce a vendicare i due ragazzi perché "anche dietro al petalo più piccolo c'è qualcuno capace di raccontare e di vendicare la cattiveria!". L'elfo vola veloce alla camera della giovane addormentata e le appare in sogno raccontandole il fatto. "Per darti prova che quanto dico non è solo un sogno, troverai al tuo risveglio una foglia d'alloro sul tuo letto". Al risveglio la giovane trova la foglia e piange. Aspetta che venga notte e poi va sul luogo indicatole dall'elfo e scava una buca per ritrovare l'amato. Porta la testa con sé a casa e la pianta in un vaso di gelsomino su cui piange tutte le sue lacrime fino a morire di crepacuore.

Nella ricerca abbiamo esplorato il rapporto tra la tecnica del monociclo, oggetto che non permette mai assoluta immobilità, e la fiaba di Andersen, creando 4 personaggi distinti ma legati fra loro: la giovane principessa, l'elfo, il fratello cattivo e una figura finale, creata dal fratello cattivo, che fonde tutte le caratteristiche degli altri personaggi. Una figura androgina, ambigua, buona e cattiva, sensuale e dura che lascia dietro di sé un mondo pieno di mistero.

Parte del lavoro verrà ricreato anche al centro diurno per bambini e ragazzi autistici "Casa di Ventignano" a San Pierino, giovedi' 9 settembre alle ore 16.00. "Con questo primo incontro - dice la Guidi - vogliamo avvicinarci alla vita delle persone affette da autismo. Vorremmo poter conoscere questi ragazzi ed imparare ad accoglierli nella nostra comunità anche fuori della "Casa". Oggi siamo noi che andiamo alla Casa di Ventignano. Ci auguriamo e lavoreremo perché domani sia La Casa di Ventignano ad 'uscire' e a venire da noi."

Quando
sabato 4 settembre, ore 21.00
Dove
Festa Medievale, Vicopisano (Pisa)